Gentilissimo Signor Ministro Luigi Di Maio,

attraverso il suo staff apprendiamo che la nostra richiesta di ottenere un incontro a nome della Sapar non è stata accolta. Prendiamo atto che considerando i Suoi innumerevoli impegni in agenda non si riesca a programmare un incontro per ascoltare la voce di migliaia di imprese e di lavoratori che operano nel  comparto del gioco legale.

Riteniamo che Lei conosca in maniera approfondita il problema considerando gli annunci e  le ricadute delle misure adottate dal governo che La vedono come principale proponente.  Ci riferiamo alle  dipendenze patologiche dal gioco e alla sua manifesta volontà di cancellare il “gioco d’azzardo”.  Sarebbe il caso di ricordare che il gioco legale rientra nell’esercizio della libera impresa garantito dalla Costituzione Italiana, al contrario l’azzardo è insito nel settore della illegalità.

Vorremmo ricordare anche alcuni aspetti economici delle misure introdotte dalla recente Manovra che dal comparto del “gioco legale” preleva ingenti risorse per garantire quanto promesso nel contratto di governo agli italiani. Consideriamo anche che quella del gioco legale è la terza industria italiana e che il nostro comparto versa oltre 5 miliardi nelle casse dello Stato. Eppure, paradossalmente  si  vuole cancellare il settore trascinando via migliaia di posti di lavoro.  Sarebbe molto semplice farlo, perchè no,  con un decreto ad hoc se si è davvero convinti che il gioco sia “immorale”.

Non vorremmo togliere tempo alle Sue puntuali esternazioni sui social ma  siamo costretti a rivendicare il diritto di ascolto e in via prioritaria a tutelare le nostre attività che quotidianamente devono confrontarsi con rapine, costi di gestione non più sostenibili, personale a cui è sempre più difficile garantire un futuro. Per chiarezza e precisione l’ultima legge di bilancio non colpisce i concessionari ma distrugge in un sol colpo bar, sale giochi, tabaccherie. Migliaia di piccole e medie imprese sul lastrico ma soprattutto mette le mani nelle tasche dei cittadini ai quali con l’abbassamento delle probabilità di vincita (pay out) si preleva  altro denaro.

Siamo certi che le imprese e i lavoratori debbano essere ascoltati.  Siamo certi che Lei lo farà, ma Le  faciliteremo il compito. Saremo noi a portare in piazza davanti al Ministero  le istanze della categoria e non faremo mancare la nostra voce. Lo faremo attraverso una manifestazione nazionale  per avere il piacere di poterci confrontare con Lei.

Domenico Distante

Articolo precedenteSale da gioco: distanziometri e orari folli a rischio incostituzionalità
Articolo successivoDi Maio per “mancanza di tempo” non ci riceve.