Chiamparino gongola. Le elezioni regionali sono alle porte nella prossima primavera. E In Piemonte attendevano le estrazioni del lotto e la lotteria della Befana per affermare che l’introduzione della legge regionale di contrasto alle ludopatie ha dato i suoi frutti con una considerevole contrazione dei volumi di gioco che si sono ridotti del 9.5 per cento in due anni.

[box] Mezzo miliardo in meno circa, stando ai dati pubblicati da AAMS. Il Piemonte, se così fosse, risponderebbe bene alla cura dimagrante di slot (che per legge sono state ridotte in tutta Italia fino al 30 aprile del 2018 non per opera di Chiamparino) e con esse la riduzione di sale gioco con l’applicazione del distanziometro la cui utilità va a beneficio delle organizzazioni criminali come deterrente della legalità e del gioco consapevole che si vuole distruggere.[/box]

Il proibizionismo pagherebbe solo in Piemonte tant’è che al presidente della Giunta gli fa eco il Dipartimento Patologie delle Dipendenze della Asl TO3 che esulta sulla temutissima e mancata “esplosione” del gioco online. Ma attenzione, parliamo sempre di quello legale. Un modo come un altro per dire che in Piemonte la legge del 2016 comincia a dare i suoi frutti con la semplice deterrenza anche se l’unico elemento logico correlato alla diminuzione dell’offerta dovrebbe essere la riduzione degli accessi ai servizi sanitari che curano le DAP

Tutto questo stranamente non appare o i dati non lo dicono.

Per analogia l’assunto è il seguente: se impedisco la vendita di sigarette dai canali ufficiali ovvero quelli autorizzati dallo Stato, riduco il tabagismo, se vieto la vendita di alcolici riduco drasticamente gli alcolizzati, se riduco le slot e le sale gioco elimino le dipendenze. La teoria di per se è suggestiva sebbene non supportata da elementi scientifici, ma può servire a chi crede che anche l’asino possa volare.

Il punto è che Chiamparino si guarda molto bene dal riportare altri elementi che consentirebbero di accertare in che modo le misure di restrizione possano aver avuto un reale impatto sulla riduzione delle patologie da gioco. Ma questo fino a nuove elezioni non lo sapremo mai.

Sorge il dubbio che se le dipendenze non si riducono ma si riduce il monte giocato, qualcosa volutamente sfugge e prende altre strade, l’unica può essere quella illegale con un buon 9 per cento in più incassato dai mercati paralleli e quelli illegali.

L’analisi di Chiamparino la trovate qui.

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